Articoli divulgativi
In questa sezione del sito saranno di volta in volta pubblicati gli articoli di taglio divulgativo su tematiche prettamente naturalistiche (biodiversità, erpetofauna, sensibilizzazione ambientale, proposte per la protezione e la tutela della fauna, ecc.).
Buona lettura!
I serpenti delle Marche: iniziamo un breve viaggio per scoprire più da vicino quali specie vivono nel territorio regionale. Per la serie... "un serpente al giorno toglie la paura di torno".
Biacco (Hierophis viridiflavus)
24.05.2020 17:30Natrice dal collare (Natrix helvetica)
24.05.2020 17:31Saettone o Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus)
24.05.2020 17:32Cervone (Elaphe quatuorlineata)
24.05.2020 17:33Colubro liscio (Coronella austriaca)
24.05.2020 17:34Colubro di Riccioli (Coronella girondica)
24.05.2020 17:35Natrice tassellata (Natrix tessellata)
24.05.2020 17:36Vipera comune o Aspide (Vipera aspis)
24.05.2020 17:37Vipera dell'Orsini (Vipera ursinii)
24.05.2020 17:38Come distinguere un colubride da un viperide in Italia?
24.05.2020 18:23A proposito di "vipere"
07.07.2021 09:17Il mistero dell'invasione delle ranocchiette
12.08.2023 11:40Il folletto dei fiumi: la lontra!
07.09.2023 21:12C'è chi va e c'è chi viene: ultimi arrivi (e... prossime dipartite) per la fauna dei Sibillini
07.09.2023 21:19Stragi silenziose...
Primavera: per molti è un vero e proprio “risveglio dei sensi”, per altri è tempo di cercare una nuova “casa”, per tutti è una vera e propria ripresa graduale dal torpore invernale. Di certo c’è che ci si inizia a muovere di più e ad allungare gli spostamenti quotidiani: è proprio questo, infatti, il periodo per certi versi più critico per gran parte del mondo animale e, in particolare, per quelle specie che – per forza o per amore – sono “costrette” ad operare vere e proprie migrazioni.
Questi spostamenti presentano, per le specie terragnole in primis, percorsi con ostacoli e barriere naturali e artificiali, spesso insormontabili, per muoversi da un habitat all’altro. E queste rotte migratorie, se si escludono poche aree montane, incrociano quasi sempre la nostra fitta rete di strade (comunali, provinciali e statali) e linee ferrate.
Inutile ricordare che per molti animali una strada trafficata rappresenta un impedimento fisico pressoché insuperabile (per il disturbo e lo stress arrecato dal continuo passaggio dei veicoli o per la conformazione dell’infrastruttura, impossibile da raggiungere e/o aggirare) o un ambiente artificiale che, se raggiunto, diventa a tutti gli effetti mortale.
Mettetevi negli aculei di un Riccio o nella pelliccia di un Tasso: è il crepuscolo e state scendendo dalla campagna attorno la collina di Montecosaro. Sentite l’esigenza di raggiungere il fiume Chienti, ma di fronte a voi c’è l’ostacolo della superstrada. Il piccolo riccio riesce a passare tra la rete di protezione e il terreno, mentre il tasso ci riesce scavando una piccola buca; avete raggiunto la carreggiata e, approfittando di un momento di “quiete apparente”, iniziate ad attraversare la sede stradale per poi bloccarvi o in prossimità di una barriera (tipo jersey) in cemento, o perché spaventati e - letteralmente - sollevati dal passaggio di un veicolo. Che fare?
Avrete sicuramente capito che per un animale di piccole o medie dimensioni riuscire ad attraversare indenne una strada trafficata è come, per noi, vincere un terno al lotto: possibile, ma altamente improbabile. Se a questo problema aggiungete le difficoltà quotidiane di trovare risorse alimentari, rifugi sicuri e siti riproduttivi idonei, scampando a trappole, veleni e zone urbanizzate, avete un quadro ancor più chiaro della situazione attuale della nostra fauna.
Percorrendo da alcuni anni per lavoro la strada statale n. 77 “Val di Chienti” nel tratto compreso tra Pontelatrave (Camerino/Pievebovigliana) e Civitanova Marche, ho osservato – dapprima solo in modo occasionale – che il numero di animali investiti sembrava aumentare nel periodo primaverile. Così quest’anno, tra fine marzo e fine aprile, approfittando dei quattro giorni alla settimana di utilizzo della SS77 ho preso nota del numero di animali investiti e, quando possibile, ho cercato di determinare la specie coinvolta.
Occorre precisare che per molti esemplari investiti, soprattutto quelli di piccole dimensioni, non resta traccia lungo la carreggiata e, quindi, non si riescono a conteggiare né tantomeno a determinare: questo perché l’esemplare viene sbalzato nei fossetti laterali (accade, ad esempio, per i piccoli passeriformi il cui urto con i veicoli termina quasi sempre lungo le scarpate) o, quando rimane sulla sede stradale, finisce sotto il becco o nella bocca di qualche predatore opportunista (cornacchie grigie in primis). In altri casi, le piccole dimensioni dell’esemplare (si pensi ad una rana verde o ad un topolino delle case) “favoriscono” la polverizzazione dei resti in poco tempo con il passaggio di più veicoli.
Il risultato – alla fine - è stato quello di sommare numeri che via via si trasformavano in una vera e propria “certificazione” di una strage silenziosa. Uso il termine “strage” non a caso e nemmeno in modo esagerato, perché in meno di trenta giorni di raccolta dati (che sottostimano il problema per i motivi di cui sopra) sono finiti su questo macabro taccuino qualcosa come 72 esemplari: cinghiale (1), caprioli (2), volpi (7), istrici e tassi (4), poi ricci, faine, donnole, scoiattoli, ratti, topi selvatici, rospi, biacchi, saettoni, merli, civette, barbagianni, poiane ed anche cani e gatti, oltre ad alcuni resti di animali non determinati.
Ho anche scritto, non per nulla, che si tratta di una strage silenziosa perché se investire (per fortuna si tratta di casi molto rari) un cinghiale o capriolo fa notizia, se non altro per il rischio e lo spavento corso dall’automobilista e per i danni al veicolo, travolgere uno scoiattolo, un riccio, un rospo o una civetta passa nel più assoluto silenzio. Spesso non se ne accorge nemmeno chi era alla guida del veicolo, figuriamoci chi – immerso nei pensieri quotidiani – sfreccia sulla superstrada verso questa o quella località e non si accorge di quel poco che resta, sulla carreggiata, di un mammifero o di un uccello investito poc’anzi.
Da qualche anno si è sviluppata una branca della biologia che si occupa della cosiddetta “road ecology” e mette a confronto tecnici di varia estrazione (ingegneri e naturalisti in primis) per studiare un corretto e funzionale inserimento delle infrastrutture legate alla mobilità dei cittadini (strade, ferrovie, aeroporti) con gli ecosistemi “toccati” da questa fitta rete artificiale.
Il problema, che riguarda pure la sicurezza delle nostre strade, dovrà essere affrontato prima o poi anche nelle Marche. Così come hanno fatto altrove, sia all’estero che in qualche raro caso italiano (in Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia), rendendo le principali infrastrutture viarie ancora più sicure per gli automobilisti e “impermeabili” al passaggio degli animali grazie alla presenza di barriere anti-attraversamento, reti protettive, tunnel sottostradali, ponti biologici e sovrappassi naturali che consentono a volpi, istrici & co. di superare l’ostacolo senza problemi.
Eccovi qualche esempio di tunnel (per piccola o grande fauna) e sovrappassi:
Questi accorgimenti, uniti ad una sempre maggiore “connettività ecologica” tra ambienti naturali e seminaturali (campagna, boschi, fiumi, zone marginali, aree verdi urbane, ecc.), hanno un costo decisamente ridotto se si interviene in fase di progettazione di nuove infrastrutture o nelle azioni di manutenzione ordinaria/straordinaria, e portano a benefici via via sempre più evidenti in termini di biodiversità locale.
A quando un primo “cantiere” di questo tipo, sotto la direzione degli enti proprietari dell’infrastruttura (come Anas, Provincia, Rete Ferroviaria Italiana), anche nel maceratese ? Intanto non possiamo che prendere esempio da questo bel progetto finanziato con i fondi europei del canale “Life+” (link diretto: https://www.lifetib.it ).
Per chi vuole saperne di più, ecco ulteriori articoli e/o siti web di approfondimento sul tema
https://www.isprambiente.gov.it/files/doc-linee-guida-amb-paesaggio/012-dinetti.pdf
https://www.bafu.admin.ch/dokumentation/umwelt/12035/12055/index.html?lang=it
https://www.tuttogreen.it/ce-molto-traffico-sui-ponti-per-animali/
https://www.vaol.it/it/notizie/anfibi-del-pian-di-spagna-tunnel-e-nuovo-atlante-per-conoscerli.html
https://blog.libero.it/Salamandrina/6951750.html?ssonc=1040663422
Il ritorno dei grandi mammiferi nei Sibillini
Articolo curato da David Fiacchini e Alessandro Rossetti e pubblicato nella rivista del CAI nel 2008.
--> articolo
Come riconoscere gli animali... da un'impronta
Un articolo divulgativo apparso su "Carpe diem", un periodico locale (sono stato "costretto" a dividerlo in tre parti)
--> pagine 1-2
--> pagine 3-4
--> pagina 5
--> Immagini varie relative a impronte: Tasso, Cane-Lupo-Volpe
Anfibi e Rettili, questi sconosciuti!
Si tratta di un articolo scritto a margine dell'iniziativa nazionale "HerpeThon 2011", la matona di eventi divulgativi su Anfibi e Rettili che hanno toccato diverse regioni italiane, Marche comprese.
--> Potete leggere qui l'articolo (a firma del sottoscritto e del collega Vincenzo Di Martino, che ringrazio per la sua proverbiale disponibilità).
Il declino globale degli Anfibi
Un articolo divulgativo apparso sulla rivista della Federazione Nazionale Pro-Natura:
--> qui trovate il file.
L'isola dei rospi (a cura di Riccardo Maria Cipolla, Claudia Corti e Armando Nappi)
Un bel lavoro che potete trovare per intero qui (è un file pdf).
Da questa pubblicazione eccovi due estratti:
- FIACCHINI D., 2008. Estinti… o quasi: il declino globale degli Anfibi. In: CIPOLLA R. M., NAPPI A., CORTI C. (eds). L’isola dei Rospi. Storia naturale dell’unico Anfibio delle isole campane. Associazione Vivara Amici delle Piccole Isole, Napoli (pp. 50): 7-13
--> Fiacchini_2008_Anfibi estinti o quasi (isola rospi).pdf (585,4 kB)
- FERRI V. & FIACCHINI D., 2008. Esperienze di tutela e conservazione dei rospi in Italia e… in un’isola spagnola. In: CIPOLLA R. M., NAPPI A., CORTI C. (eds). L’isola dei Rospi. Storia naturale dell’unico Anfibio delle isole campane. Associazione Vivara Amici delle Piccole Isole, Napoli (pp. 50): 41-50
--> Ferri - Fiacchini_2008_Progetti anfibi.pdf (906,9 kB)
A proposito di... sagre della rana
Uno degli interventi che mi è capitato (e mi capita tuttora) di fare su quotidiani e riviste è relativo alle anacronistiche "sagre della rana". Spacciate come piatti "della tradizione", le rane che arrivano - sottoforma di coscette - sui piatti dell'ignaro cittadino sono tutt'altro che "tradizionali" o "tipiche", ma del tutto esotiche e spesso piene di germi patogeni! Ecco una breve intervista sul "casus belli ":
--> Fiacchini_Intervista_LNE.pdf (681,2 kB)
Una proposta di legge per la piccola fauna delle Marche
Nelle Marche, maglia nera a livello nazionale, manca ancora una normativa regionale per la tutela della cosiddetta "piccola fauna".
Da diversi anni è stata elaborata una proposta di legge che in questo articolo viene presentata (si tratta di una prima versione che nel tempo è stata aggiornata e modificata) e commentata:
--> Fiacchini_Proposta legge.pdf (502,5 kB)
Le "aule verdi"
Avere la possibilità di osservare la natura "dal vivo" è, per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, un'esperienza formativa preziosa e utilissima. In questo articolo ho cercato di mettere in evidenza l'importanza delle cosiddette "Aule Verdi":
--> Fiacchini_Aule verdi.pdf (225,8 kB)