Vipera dell'Orsini (Vipera ursinii)

24.05.2020 17:38

Chiudiamo questa rassegna dedicata ai serpenti marchigiani con una “chicca”: la bellissima e rara Vipera dell’Orsini.

Nome scientifico: Vipera ursinii (Bonaparte, 1835).

Piccolo viperide che raramente supera i 45 cm di lunghezza, ha l’iride di colore rossastro con la pupilla verticale. La testa è leggermente triangolare, meno della cugina, con la testa schiacciata ma più arrotondata.

La colorazione di base è sul grigio marroncino con una classica linea a zig-zag posta dorsalmente lungo tutto il corpo, generalmente di colore marrone nerastro.

In Italia è presente nelle praterie primarie dell’Appennino centro-meridionale, a quote superiori ai 1400 m slm, in particolare nei complessi montuosi dei Sibillini, Gran Sasso e Majella: nella nostra regione è limitata alla parte centro meridionale dei Sibillini e, sebbene più rara, ai Monti della Laga.

Questa piccola vipera è un “relitto glaciale”, ovvero è arrivata in diverse parti dell’Europa durante i climi più freddi glaciali che hanno lasciato ambienti freddi e stepposi adatti a questo animale, per poi – con il riscaldamento del clima – restare “confinata” e isolata in lembi di territorio (generalmente altopiani e montagne) che presentano condizioni microclimatiche e ambientali ancora ottimali.

Si nutre principalmente di Ortotteri (grilli e cavallette) che vivono nello stesso ambiente, in praterie primarie o secondarie, nascondendosi nei cespugli di ginepro e nei ghiaioni presenti alle alte quote.

Il periodo di attività inizia dopo lo scioglimento della neve e partorisce poche piccole vipere a fine estate. Anche lei velenosa come la “cugina” Vipera aspis, risulta di minor rilevanza sanitaria per l’uomo per le dimensioni ridotte, per la minor quantità di veleno eventualmente iniettato con il morso, e per il minor effetto tossico del veleno.

La specie è inserita nell’allegato II della Convenzione di Berna, nell’appendice II del CITES (Convenzione di Washington) e negli allegati II e IV della Direttiva Habitat (92/43/CEE). La specie è inoltre considerata dalla IUCN come VU (“Vulnerable”).

Sulla figura del naturalista e farmacista ascolano Antonio Orsini vi consiglio questo corposo volume a lui dedicato:

https://www.ibs.it/antonio-orsini-1788-1870-passato-libro-maria-luce-sestili/e/9788866455417

NB: se avete vecchie foto di questo serpente (o di serpenti “simili”), scattate tra Marche, Abruzzo e Lazio, fatemi sapere!

[foto di Matteo Di Nicola - https://www.facebook.com/matteodinicolaphotography/ ]