Il mistero dell'invasione delle ranocchiette
Nelle regioni del centro Italia è molto raro osservare fenomeni naturali come quello cui, tra fine luglio ed i primi giorni di agosto 2023, abbiamo assistito in diverse zone a cavallo tra Marche e Umbria, come - ad esempio - a Colfiorito: una vera e propria “esplosione” di neometamorfosati di Anfibi – sostanzialmente piccoli di Rana verde – che “invadono” pacificamente le zone limitrofe allo specchio d’acqua della palude, cuore del Parco naturale regionale.
Perché questo fenomeno non si verifica ogni anno?
Dipende da cause naturali?
Sono state fatte reintroduzioni o c’è dietro qualche strano mistero?
Partiamo da una piccola premessa: ogni specie animale, uomo compreso, ha un particolare ciclo vitale che dipende strettamente dalle condizioni meteo-ambientali del luogo e dalla “fitness” (o “successo riproduttivo”) della popolazione che si sta osservando. Gli Anfibi hanno bisogno di biotopi dulciacquicoli ecologicamente idonei per la riproduzione, e di una stagione primaverile sufficientemente piovosa, così da avere più microhabitat utilizzabili.
Bene, negli ultimi anni nelle regioni centrali (mi riferisco, in primis, a Marche e Umbria per i dati che ho avuto modo di approfondire) abbiamo assistito ad anomalie meteoclimatiche che hanno ridotto, localmente, il successo riproduttivo di molte specie; se poi aggiungiamo anche gli effetti legati ad altri fenomeni (quali incendi; riduzione degli habitat idonei e, conseguentemente, maggiore esposizione ai predatori; ecc.), si può capire come sia veramente un’impresa ardua trovare un sito idoneo, deporre le uova e “augurarsi” che, completata la metamorfosi, qualche giovane riesca a trovare un rifugio per superare il primo periodo di vita.
Dopo alcuni anni deficitari, insomma, nel 2023 si sono verificate, almeno localmente, le condizioni ideali per gli Anfibi e in particolare per le rane verdi ‘nostrane’ del genere Pelophylax: ecco spiegato in poche parole (anche se ci sarebbe da spiegare altri meccanismi bio-etologici interessati) il perché di questa massiccia presenza a Colfiorito (come in altre zone, peraltro) di quelli che vengono definiti “neometamorfosati” di rane verdi. Questi giovanotti, completata in modo quasi simultaneo la fase acquatica, approfittano di giornate umide (dopo un temporale, ad esempio) per abbandonare il luogo di nascita e cercare un rifugio per la fine dell’estate e l’inizio della stagione fredda durante la quale andranno in uno stato di “quiescenza”. Il fenomeno, poi, ha assunto proporzioni massive – destando lo stupore e la preoccupazione di molti – perché per diversi giorni il caldo afoso non ha permesso loro di abbandonare, in modo molto più diluito e discreto, le rive della palude.
Nessun mistero, dunque, ma solo uno straordinario fenomeno naturale cui non siamo più abituati ad assistere: se abitassimo in prossimità di alcuni grandi laghi del Nord d’Italia fino a qualche anno fa avremmo assistito alle massicce (si parla di migliaia di individui!) migrazioni primaverili ed autunnali di numerose specie di Anfibi (oltre alle rane verdi, anche il Rospo comune, le rane rosse ed altre) che oggi, purtroppo, sono sempre più in difficoltà per problemi legati all’inquinamento, alla perdita di habitat, ai cambiamenti climatici e alle specie alloctone. Basti pensare che ben il 36% delle specie di Anfibi italiani è a rischio di estinzione, con un tasso di scomparsa che supera di 200 volte quello stimato per altri gruppi di animali!
Aree naturali protette come il Parco di Colfiorito, a margine di quanto scritto, sono fondamentali perché ospitano zone umide in buono stato di conservazione che permettono ancora di assistere a fenomeni naturali come le migrazioni degli Anfibi. Non resta che coniugare nel modo migliore la gestione naturalistica del territorio con il turismo, la cultura e le attività produttive.
(David Fiacchini, biologo – david.fiacchini@proton.me)
Principali riferimenti per qualche approfondimento:
https://www.csmon-life.eu/pagina/dettaglio_specie/54
https://storianaturale.comune.fe.it/modules/core/lib/d.php?c=bdjAC